Dalla grotta del Romito a Papasidero

Percorso di grande interesse storico e naturalistico: si snoda all’interno della riserva naturale orientata “Valle del fiume Lao” inserita nel sito ZPS secondo la direttiva uccelli, per la presenza del “capovaccaio” la “poiana” “l’aquila reale”, il “falco pellegrino”, volatili, purtroppo, in grave pericolo di estinzione a causa dei gravi e frequenti incendi boschivi. La riserva ha un’estensione di 5200 ettari, con altitudine massima di m. 1460 del monte Ciagola, con presenza di gole e valli scolpite da agenti atmosferici e dai corsi d’acqua.

Percorso tipo E, di moderata difficoltà; lungo km. 11,200; perdita di quota m. 220; tempo di percorrenza, ca.h4 con sosta; necessari scarponi da escursionismo, riserva d’acqua, bastoncini.

La grotta del romito si raggiunge percorrendo la SP 3. Oltrepassato Papasidero compaiono i cartelli indicatori per la grotta; si continua fino a località Nuppolara dove un cartello invita a svoltare a sinistra(per chi proviene dalla costa tirrenica), in direzione della grotta che si raggiunge dopo ca. 1 km.

La visita è a pagamento. I visitatori sono accolti dalla figura “uro”, il Bos primigenius, incisa su di un masso posto all’ingresso della grotta, quasi fosse una divinità protettiva. L’incisione risale a 10.500 anni fa ed è considerata la più bella dell’area del mediterraneo. La grotta è indagata dall’Istituto Pigorini: è di grande importanza storica per la presenza di sepolture contenenti scheletri ben conservati e di reperti databili tra 23.000 e 10.000 anni fa che hanno permesso di comprendere l’organizzazione sociale e le abitudini alimentari dell’homo sapiens.

Terminata la visita alla grotta si risale per raggiungere un’area di sosta attrezzata, dalla quale si prende il sentiero che porta alla chiesa bizantina di S. Maria di Costantinopoli e poi sale, attraversato il fiume Lao, sulla SP3 all’ingresso di Papasidero. Il percorso si snoda su di un sentiero ben tracciato che attraversa leccete e macchia mediterranea. Il paesaggio è spettacolare, caratterizzato dalla profonda valle scolpita dal fiume Lao, che vi scorre con i suoi colori cangianti, molto frequentato per attività di rafting. Il sentiero è parte di quello usato dagli achei di Sibaris per raggiungere, da Laino, la foce del fiume. La parte terminale, che dall’abitato di Papasidero raggiunge la valle, pur esistendo è di difficile percorribilità perchè invaso da fitta macchia. Il percorso si può fare a ritroso, senza eccessive difficoltà, per tornare al punto di partenza. Per evitare il ritorno si deve parcheggiare all’ingresso di Papasidero e raggiungere il punto di partenza con mezzo collettivo.