Storia e tradizioni

Aprendo questo link leggerai di storie e tradizioni dell’Orsomarso http://www.orsomarsoblues.it/

Il toponimo Monti dell’Orsomarso è stato attribuito dal biologo Franco Tassi nel 1960, prendendo a prestito il nome del Comune di Orsomarso che, a sua volta, secondo fonti storiche non certe, avrebbe preso il nome dal proconsole Ursius Martius, inviato dai romani per il controllo del territorio dopo la sconfitta di Annibale.

I borghi dell’Orsomarso Grisolia http://www.orsomarsoblues.it/2013/08/i-paesi-del-parco-grisolia-cs/

I borghi dell’Orsomarso Buonvicino http://www.orsomarsoblues.it/2013/08/i-paesi-del-parco-buonvicino-cs/

La regione dei monti dell’Orsomarso è frequentata da tempi immemorabili, testimoniati da ritrovamenti archeologici risalenti al paleolitico superiore.
Più avanti nel tempo, dal VII al III secolo a.C., gli Achei di Sibari utilizzarono l’istmo che da Laino porta alla foce del Lao, creato dalle profonde erosioni causate dal fiume nelle pareti montuose attorno al Ciagola con la presenza della grotta del Romito di grande importanza storica per la presenza di sepolture contenenti scheletri ben conservati e di reperti databili tra 23.000 e 10.000 anni fa che hanno permesso di comprendere l’organizzazione sociale e le abitudini alimentari dell’homo sapiens. All’ingresso  della grotta la figura di “uro”, il Bos primigenius, incisa su di un masso. L’incisione risale a 10.500 anni fa ed è considerata la più bella dell’area del mediterraneo. Scavi archeologici tuttora in corso, hanno permesso il ritrovamento di resti di città greco-romane nei Comuni di Tortora e di S. Maria del Cedro.

I borghi dell’Orsomarso Verbicarohttp://www.orsomarsoblues.it/2013/08/i-paesi-del-parco-verbicaro-2/

I borghi dell’Orsomarso Aietahttp://www.orsomarsoblues.it/2013/01/parco-del-pollino-i-paesi-del-parco-aieta/

Nella seconda metà del 1900, una dissennata politica autorizzò tagli indiscriminati nei boschi con la conseguenza della distruzione del patrimonio boschivo. Quando, nel 1950, non c’era più niente da tagliare, il territorio fu lasciato a se stesso, vittima anche di dissesto idrogeologico. Nello stesso periodo, con la massiccia emigrazione verso il Nord, furono abbandonate le attività legate alla montagna; pastorizia, carbone, agricoltura: le comunità sociali si spostarono sempre più a valle. Il bosco ha ripreso a vegetare, più velocemente di quanto si potesse immaginare, acquistando il fantastico aspetto che oggi ci offre.